Prima di raccontarvi il matrimonio che ho organizzato venerdì scorso vi vorrei raccontare il simpatico siparietto che si è svolto tra me e una delle custodi del Palazzo Pubblico. Si sa che tra fiorentini e senesi, fiorentini e pisani, fiorentini e resto della Toscana non è mai scorso buon sangue, solo Lucca riuscì a tenere testa a quegli sbruffoni dei fiorentini. Questa digressione storica pittosto spiccia mi serve per farvi capire che nonostante i secoli trascorsi, qualcosa nel DNA o nella memoria storica di ognuno di noi deve essere rimasto.
La faccio breve.
Siamo stati fortunati, venerdì. Era l’unico matrimonio del giorno (a me è capitato solo una volta a Firenze ma era il 30 aprile e non il 25 luglio) e quindi, come dire, ce la siamo presa comoda.
La Sala del Concistoro dove si svolgono i matrimoni è una sala all’interno del museo dove due simpatiche custodi fanno sì che tutto fili liscio. Arriva lo sposo con le bambine, arrivano gli ospiti e arriva la sposa con i bambini che vado a prendere.
Mentre saliamo su vedo dietro di noi un signore armato di macchina fotografica che s’intrufola tranquillamente nella sala come se fosse un invitato. Ora, non che io conoscessi i volti degli invitati ma una rapida scannarizzazione l’avevo fatta.
No, quel signore era un intruso, in più non capivo perchè non chiudevano la porta, come fa *Ansia nella Sala Rossa che entrati tutti, chiude la porta con i paletti!
Mi avvicino al signore e molto gentilmente lo faccio uscire dicendo che è una cerimonia privata, un matrimonio ma che se attende dieci minuti, il tempo che la cerimonia finisca, può guardare la sala in tutta tranquillità.
Non l’avessi mai fatto! La simpatica custode, forse scavalcata da una mansione che toccava a lei ma che non aveva, forse, avuto la prontezza di fare, mi ha detto con aria molto stizzita che la sala è un luogo pubblico, è un museo e che teoricamente potrebbero entrare anche una comitiva di turisti, sta al loro buonsenso arginare dicendo di tornare più tardi. Quando le ho fatto presente che a Firenze non accadeva così, apriti cielo, mi ha rivogato nuovamente la storia del museo, e della sala aperta al pubblico anche con matrimoni. E che la prossima volta se volevo che rimanesse tutto nella più stretta privacy (lo so, io sono fissata con la questione privacy) dovevo chiamare il sindaco, l’assessore o non so bene chi.
Cosa dovete sapere se volete sposarvi nel comune di Siena
Quello che ho scritto su. Se vi sposate a Siena avrete il pubblico e non solo quello dei vostri legittimi ospiti ma anche di vario genere, turisti da tutto il mondo pronti a scattare foto ed entrare nella vostra intimità. A voi la scelta.
Io preferisco il mitico Ansia della Sala Rossa, nomignolo che ho dato io al custode. La Sala Rossa ha un matrimonio ogni venti minuti e quindi la puntualità è d’obbligo altrimenti rischi che un’altra coppia passi prima di te e lui appena mi vedeva in fondo alle scale, mi chiedeva sempre in sequenza: dove sono gli invitati, dove sono gli sposi, carte d’identità alla mano, avete la musica? Dove sono i musicisti? E poi quando tutti erano dentro sprangava la porta e ti lasciava al tuo momento intimo, come è il matrimonio.