Una mia cara collega-amica decide di sposarsi alla fine di Dicembre 2002 in una cornice a dir poco speciale, la Basilica di San Lorenzo. Prima però di arrivare al matrimonio devo parlarvi di un altro avvenimento che sconvolsero quei mesi.
Subito dopo l’estate lei mi chiede di accompagnarla a comprare il suo vestito da sposa perché la madre non abita in Italia, veramente la sua parente più prossima, la nonna, viveva in Alta Italia e non le era possibile scendere giù per l’acqusito del vestito così visto che avevo quella famosa zia che lavorava nel famoso atelier ci siam concesse un pomeriggio dopo lavoro per l’acquisto dell’abito. Era eccitatissima anche se consapevole che gran parte dei suoi soldi se ne sarebbero andati. Avevamo prenotato la nostra visita e la signora addetta alle vendite ci stava aspettando. Mi salutò, mi chiese di mia zia, che in quell’anno era andata in pensione, incominciando a squadrare la mia amica. C’era poco da squadrare visto che aveva ed ha il fisico di una modella e con un corpo come quello qualsiasi cosa le avesse proposto le sarebbe andato bene. Cominciò a mettere in mostra svariati abiti, uno più bello dell’altro, ma non c’era veramente quello uin cui dici<em>:”sì, é lui”. </em>
La commessa dall’occhio lungo e dalla ventennale esperienza capì subito che doveva lasciare il suo asso nella manica da ultimo ed infatti fu così. “Beh, ci sarebbe questo ma sai…sì va un pò su con il prezzo”. Io e la mia amica ci guardammo e poi lei le disse:”Beh, vediamolo questo abito”. Colpo di fulmine, vero e proprio. Consapevole degli svariati euro in più se lo provò e come dire, voilà, il gioco era fatto. Alla commessa le si illuminarono gli occhi, non solo perché il vestito alla mia amica stava da Dio, ma perché stava vendendo il suo oggetto migliore.
F. sembrava una principessa con quel suo abito color oro, perfettissimo per un matrimonio a Natale. Era veramente un abito principesco e non lo dico a caso perché quel vestito si intonava perfettamente alla chiesa di San Lorenzo, bella imponente, con capolavori d’arte sublimi. Era molto elegante e fui contenta che nonostante il prezzo folle lei non si é mai pentita di quella scelta e sopratutto di quel fine pomeriggio che ancora oggi, ogni tanto, ci ricordiamo. E’ anche bello poter condividere con le persone a cui vuoi bene i loro momenti speciali perché diventano speciali anche per te anche che se ti aspetti da un momento all’altro la fatidica domanda:”Te niente? Ma quando ti sposi? Vedi a te starebbe bene un vestito simile” mi disse la commessa mostrandomi un abito a sirena (per mettere in mostra la figura mediterranea, disse lei) completamente ricamato. Io le sorrisi e le dissi:”non credo proprio che accadrà tra breve, quindi può anche riporlo”. Potevo scorgere un pò di pietà nel volto della signora bionda, ma ci pensò la mia amica a stemperare un pò l’imbarazzo:”Beh, accade quando meno te lo aspetti, guarda me?”. In effetti lei ebbe una gran botta di c.., come dice sempre. Non é da tutti incontrare l’uomo della tua vita, una settimana dopo che lui si era lasciato con l’altra fidanzata! A me son sempre capitati ragazzi che dopo essere stati lasciati non si son mai riavuti dalla “botta” e non avevano un granché di voglia a ricominciare.
Tutto questo per allacciarmi al mio racconto. Il giorno dopo, tornate al lavoro, raccontiamo la nostra esperienza e di quanto il vestito era bello, come era contenta etc etc, alché un’altra nostra carissima amica-collega mi dice:”Certo però, che davvero manchi solo tu, ma é possibile che non ti piaccia mai nessuno?”. Ci risiamo, pensai tra me, adesso occuperemo il pomeriggio a parlare di me e del perché son sola. Poi le viene un’illuminazione:”L., (il marito) ha un amico single stupendo, fantastico, una persona carinissima, potrei presentartelo, anzi organizzo una cena a a casa nostra. Ci verrà di sicuro”. Senza neanche diritto di replica, il giorno dopo mi trovai un piccolo invito sulla mia scrivania e da lì al giorno della cena un susseguirsi di congetture e di sogni e di altro. Partii subito con il dire a me stessa che tanto non mi sarebbe piaciuto, che era tutta una perdita di tempo e che apprezzando lo sforzo delle mie amiche per trovare un compagno all’inconsolabile, mica poi tanto, sottoscritta sarebbe solo stata un’ottima cena preparata da una grandiosa cuoca quale é la mia amica e nient’altro.
La sera della cena arrivò. Mi vestì molto semplicemente, ricordo con un paio di pantaloni neri, stivali, maglietta bianca e via a conoscere questa persona che sicuramente non mi avrebbe detto nulla. Arrivammo a casa della mia amica, sulle colline a sud di Firenze, posto magnifico, peccato che era buio e non si poté godere della vallata sottostante. Il suo cane ci venne subito incontro e ci annusò per vedere se eravamo degni di entrare in quella casa. Dimenticavo di dire che alla cena c’era anche la mia amica F. (quella dell’abito da sposa) e il suo fidanzato anche lui F.
Entrammo in casa e con la mia amica c’era già l’amico del marito che anche lui si chiamava con un nome che inizia per F. Non era assolutamente nel programma che lui mi piacesse. Mi ero più volte messa in testa che mi avrebbero proprosto uno sfigato, brutto, antipatico, travestito da agnellino, invece era uno degli uomini (era più grande di me di qualche anno) più affascinanti che avessi incontrato negli ultimi anni. Non eravamo in sintonia su alcune cosucce, ma fui totalmente rapita dalla sua persona. Non mi vergogno ad ammettere che faceva molto sangue, come avrebbero detto i miei amici romani, ma anche quello fu un buco nell’acqua perché si vedeva che ancora non aveva completamente fatto i conti con il passato. Era una persona che lavorava molto, aveva uno studio ben avviato e non si concedeva molti spazi privati, in più l’unico suo divertimento era una disciplina orientale che praticava ed l’altro svago era andare in uno sperduto paeesino tra le montagne liguri-piemontesi a ritrovarsi un una comunità dove lavorava e viveva il suo guru spirituale. Io feci di tutto, mi violentai con tutte le mie forze, cercai in mille modi di trovare un contatto che mi potesse fare uscire con lui, ma niente da fare. Era chiuso come un riccio e si vedeva che non gli andava minimamente di mettersi con una persona o uscire anche solo per un gelato. Aveva trovato la sua dimensione nel lavoro e nei suoi due svaghi, in più una sua amica gli aveva regalato anche un gattino, quindi aveva anche un surrogato di figlio, meglio di così!
Ci stetti male perché avevo veramente creduto che forse quella volta poteva essere quella giusta, ma poi alla fine cedetti e mi dissi, basta, non ne voglio più sapere di uomini, son tutti degli immaturi che si prendono neanche la responsabilità di andare a bere un caffé insieme.
Tranvata numero 2, non sapendo che la tranvata maggiore l’avrei presa 4 anni dopo, ma abbiate pazienza, arriviamo anche a quella.
A bientot per il racconto del matrimonio vero e proprio.
ho acquistato un abito sposa a milano dall atelier love belllissimi abiti e modelli lo consiglio a tutte le spose di milano
vi do il sito http://www.sposilove.it